martedì 30 agosto 2016

Recensione Hielo Negro




Hielo Negro di Bernardo Fernádez è un libro fantastico.
In una recente intervista in lingua madre rilasciata dall’autore ai suoi fan gli viene posta la domanda “come mai sei così conosciuto in Messico e in Sud America e ancora poco conosciuto in Italia e in Europa?”, devo dire la verità anche io mi ero posta la stessa domanda man mano che le pagine di questo libro scorrevano.
Hielo Negro si potrebbe definire un noir poliziesco, che si basa su una storia di narcotraffico ambientato principalmente in Messico, e potrebbe sembrare una cosa scontata, ma questo libro tutto è fuorché scontato. È appassionante e intenso, come una piccola perla che ti capita di trovare per caso. Ma del resto è solo un caso che questo autore abbia ancora poca fama qui da noi, e presto ne sentiremo parlare spesso.
Niente di prevedibile, personaggi che scivolano gli uni sugli altri, colpi di scena incalzano in una suspense carica di pathos. A ben guardare anche la definizione del genere si potrebbe modificare in: un romanzo cyberpunk poliziesco.
Lo scrittore, già disegnatore di fumetti e noto con il soprannome di Bef, non risparmia all’interno del giallo neanche la parte musicale.
I suoi personaggi così forti, mai buoni, ascoltano musica dura: metal, rock, punk, hardcore.
La storia ruota intorno alla realizzazione di una nuova droga che abbia in sé tutte le caratteristiche per diventare la regina nel mercato mondiale:

"Immagina di non provare paura. Perdere il timore di morire. Di sparire. Essere libero di colpo da qualsiasi ansia esistenziale. E godere. Godere. Questo è il nostro nuovo prodotto. Quello che sta sviluppando il Medico. E appena riuscirà a creare una molecola stabile, lo chiameremo Hielo Negro. Così in spagnolo”.

Come mai “Hielo Negro?” chiede ancora qualcuno durante l’intervista e la risposta riguarda sempre la musica, l’autore era in auto e stava ascoltando una canzone degli AC/DC “Black Ice” ed ha pensato che fosse un nome appropriato per una sostanza, un ossimoro di sensazioni che bene esprime la potenza della droga.

“Ciò che cercava Lizzy era niente meno che la pietra filosofale delle droghe industriali: un inibitore selettivo della vasopressina e della oxitocina, i neuropeptidi che regolano l’ansia e l’affetto, combinato con una anfetamina. Un farmaco che blocchi la paura e l’empatia, che allo stesso tempo ti faccia sentire in orbita per ore. Il Medico era stato abbastanza stupido (o arrogante) per accettare l’incarico”.

Oltre al narcotraffico, ad un’ottima colonna sonora, nozioni di arti marziali, lo scrittore si esprime egregiamente anche su medicina e chimica, rendendo il tutto ancora più appassionante.
In Hielo Negro agiscono diversi personaggi e le loro storie si intersecano in maniera eccellente, ben si presta il libro anche ad una trasposizione cinematografica.
Bernardo Fernández, nato a Città del Messico nel 1972, è un pluripremiato scrittore, fumettista e grafico messicano.
Oltre ad Hielo Negro ha già pubblicato Gel Azul, Cuello Blanco e Tiempo de Alacranes, quest’ultimo già vincitore del Premio Romanzo Poliziesco “Una Vuelta de tuerca” e del Premio in memoria di Silverio Cañadas, durante il festival del noir di Gijón.
Hielo Negro, già Premio Grijalbo, come molte sue opere, è già stato tradotto in inglese, francese, tedesco, olandese e cinese.
Ed è un libro che non si può mancare di leggere.
La traduzione è curata da Roberta Botta ed è edito in Italia dalla casa editrice Logus Mondi Interattivi, è possibile leggerlo in formato ebook scaricandolo a questo link: