sabato 12 luglio 2014

Maria Lai, un filo d'arte per tutti - Estratto gratuito del libro

 Pubblichiamo un estratto dell'ebook di Viviana Porru, profonda conoscitrice dell'opera della grande e poliedrica artista Maria Lai. Il libro è fortemente basato su materiale completamente inedito proveniente dall'archivio del curatore del libro, il regista multimediale Francesco Casu.

 Buona lettura.

Il direttore editoriale: Pier Luigi Lai


Viviana Porru

Maria Lai: un filo d'arte per tutti

* * *
Edizioni
Logus mondi interattivi

 

Maria Lai, un filo d'arte per tutti

Autore: Viviana Porru
Coordinamento: Francesco Casu
Edizione digitale © 2014

Edizioni
Logus mondi interattivi
eBook design
Pier Luigi Lai - Logus mondi interattivi
pllai@logus.it

© Tutti i diritti riservati.
Vietata la riproduzione, anche parziale.
ISBN: 9788898062546

Introduzione

Quando mi accingevo a scrivere la mia tesi di laurea su Maria Lai e il suo intento di “ridefinizione dell’arte”, non avrei mai immaginato di avere l’opportunità di proporre il mio lavoro a un pubblico che andasse oltre i miei professori universitari. Ora che questo sogno è diventato realtà spero di riuscire a coinvolgere coloro che si avvicinano per la prima volta a Maria Lai, come è capitato a me, quando scoprivo l’intensità e la magia di cui si intride ogni sua opera, mentre esploravo il suo mondo sempre in bilico tra sogno e concretezza.
Conoscevo Maria Lai in maniera superficiale, sapevo che è ritenuta l’artista contemporanea più significativa della Sardegna, ma solo dopo aver approfondito la conoscenza della sua opera ne ho compreso il motivo: in oltre cinquant’anni di carriera ha intrapreso un percorso talmente originale che non è stato mai possibile catalogarla in un movimento artistico specifico, giacché le sue opere abbracciavano tutti i tipi di sperimentazione possibile; è stata capace di cogliere l’aspetto più tradizionale della Sardegna e reinterpretarlo attraverso il linguaggio della contemporaneità.
Il destino ha voluto che io avessi la possibilità accedere al ricco archivio video su Maria Lai di Francesco Casu 1, un noto videoartista che per oltre dieci anni ha collaborato con lei ricevendone importanti insegnamenti, che ha raccolto in esclusive video-interviste. Questo studio ha rappresentato per me l’occasione di trovarmi ora, a rielaborare e il mio lavoro di tesi, con l’intento di trasformarlo in un e-book, uno strumento divulgativo per chi si avvicina per la prima volta al mondo segnico di questa grande artista con il desiderio di approfondirne la conoscenza.
Maria Lai, nel corso della sua lunghissima carriera, non si è limitata a realizzare opere dal forte carattere poetico e lirico ma ha anche speso tempo, energia e fatica per un obiettivo molto importante: abbattere il muro di diffidenza e incomprensione che oggi allontana dall’arte contemporanea la gran parte del pubblico. Per questo scopo, Maria Lai ha messo a servizio del mondo dell’arte tutta la sua capacità creativa, il suo carisma e il suo ingegno, elaborando numerose opere indirizzate alla divulgazione artistica con linguaggi e contenuti che conducono lo sguardo alla riflessione.
Con grande leggerezza e con la sua indubbia capacità di giocare con l’arte, senza alcuna traccia di nozionismo, le sue “lezioni” sono mosse solo dal forte desiderio di condividere la straordinaria ricchezza che il mondo dell’arte può offrire.
Per chi come me non ha avuto la fortuna di conoscere di persona Maria Lai, di osservare la sua capacità di incantare e affascinare il suo interlocutore, l’archivio video di Francesco Casu si presenta ora come una sorprendente opportunità: oltre quarantacinque ore di riprese, realizzate durante i loro incontri, in circostanze di lavoro, di studio, di ritrovo con amici e conoscenti o di eventi pubblici scarsamente documentati, danno nuova vita alle parole e agli insegnamenti profondi dell’artista. In queste occasioni, Maria Lai descriveva il suo lavoro, progettava installazioni e operazioni artistiche; talvolta raccontava di esperienze passate che avevano particolarmente segnato la sua vita e la sua filosofia.
Qui saranno riportati solo alcuni passaggi di questo enorme archivio, che a breve sarà finalmente reso fruibile al pubblico.
Ad arricchire il nostro breve percorso, contribuiscono le testimonianze e gli aneddoti di persone che hanno conosciuto a fondo Maria Lai, condividendo con lei momenti di lavoro e di vita. La nipote dell’artista Maria Sofia Pisu 2 e lo storico dell’arte Gianni Murtas 3, da me intervistati nell’agosto 2013, ci danno chiare indicazioni sul suo percorso estetico.
Grazie a questi elementi sarà possibile intraprendere un cammino alla scoperta di tematiche molto importanti nella filosofia dell’artista, incarnate da alcune delle sue opere più rilevanti. Si parte da Legarsi alla montagna, performance che vide al centro dell’opera l’intero paese di Ulassai e che testimonia il desiderio di incontro e coesione con la comunità. I libri delleFiabe cucite e la Barca di carta ci racconteranno della volontà di riscoprire la tradizione e tramandare la memoria in modi inediti. Il percorso proseguirà con il Volo del gioco dell’oca e i Luoghi dell’arte a portata di mano, tracce del bisogno dell’artista di continuare a giocare tutta la vita, e di come il gioco possa trasformarsi in una importante esperienza conoscitiva per tutti. Infine si parlerà delle importanti proposte per il futuro, come la Stanza dell’arte, un progetto didattico che avvicini gli studenti di tutte le età all’ambito artistico, attraverso il contatto diretto con l’opera.
Con le sue parole e la sua produzione, Maria Lai ci ha insegnato che abbiamo un patrimonio straordinario e una terra magica, la Sardegna, fatta di leggende e storie antichissime tramandate miracolosamente per millenni. Ci racconta di come l’uomo da sempre abbia sentito il bisogno di creare e riconoscere l’arte intorno a se, per esprimere se stesso e la sua visione del mondo. Ci porta a riscoprire come tutto questo rappresenti un vero nutrimento per lo spirito umano, un banchetto al quale tutti siamo invitati.

La comunità


Legarsi alla montagna

L’8 settembre 1981 è una data impressa per sempre nella storia di Ulassai, il giorno in cui prese vita Legarsi alla montagna.
Ma alla fine degli anni Settanta, quando la nostra vicenda ha inizio, nessuno poteva ancora immaginare che dalla proposta di un semplice monumento per il paese si sarebbe giunti a una vera performance d’arte totale.
Il sindaco di quegli anni, Antioco Podda era preoccupato per la scarsa notorietà del paese e desiderava renderlo “partecipe della storia”. Contattò a tal proposito Maria Lai, che era nata proprio ad Ulassai nel 1919, ma da lungo tempo risiedeva e lavorava a Roma, come artista affermata.
Il sindaco le chiese di realizzare un’opera d’arte per il paese: un monumento ai caduti della grande guerra. L’artista, però, aveva un’idea di opera d’arte nettamente diversa. Disse che, se il paese voleva essere partecipe della storia, avrebbe dovuto fare qualcosa di unico e mai visto prima.
Ecco la vicenda raccontata con le parole dalla stessa Maria Lai4:
“Non avevo praticamente mai vissuto davvero a Ulassai. Da adolescente avevo frequentato le scuole a Cagliari e poi, appena ventenne, ero andata a studiare fuori dalla Sardegna. Tornai al paese, in quel periodo, chiamata dal sindaco democristiano.
Per via dellopposizione tra democristiani e comunisti, già solo questa chiamata aveva provocato una rottura, nel paese, tra chi era a favore e chi contro un mio eventuale intervento. Io non avevo mai frequentato nessun partito, non mi ero mai occupata di politica.
Erano stati stanziati quaranta milioni e il paese voleva che fosse realizzato un monumento ai caduti.
Io chiesi il perché. Mi si rispose che tutti i paesi, tranne il nostro, possedevano un monumento, e che unopera simile, realizzata da un’artista che lavorava a Roma, avrebbe potuto far entrare Ulassai nella storia”.
Io dissi che, se loro pensavano che un monumento ai caduti corrispondesse alla parola “arte”, si sbagliavano di grosso e che, da parte mia, realizzare per loro un’opera simile sarebbe stata un inganno. Dissi loro: se volete un monumento ai caduti, chiamate un altro artista, perc io non sono disposta a fare un torto al mio paese. Ma se quello che volete è essere nella storia richiamatemi e cercheremo di fare qualcosa che non sia mai stato fatto, in nessuna parte del mondo”.
Il paese era offeso con me, perché pensava che io non li ritenessi degni del mio interesse. Mi richiamarono dopo aver discusso sulla mia proposta per un anno e mezzo.
Io dico che fu quello il momento in cui iniziò lopera. Il primo passo era stato quello di far vivere al paese l’esperienza del dialogo, della decisione collettiva: il vero problema di Ulassai era l’assenza di comunicazione, l’enorme diffusione di rancori. Quest’occasione diede modo alle persone di riunirsi e parlare.
Naturalmente, quando mi chiamarono, io non avevo nessuna idea di come sarebbe stata lopera, e incominciai a pensarci dialogando con la gente del paese. Scoprii che c’erano, nei loro racconti, tante leggende legate al paesaggio, leggende estremamente poetiche, che denotavano una cultura di cui le persone non erano consapevoli.
Ulassai è minacciato da frane; ad ogni temporale ci sono sempre grandi cascate di sassi dalla montagna che sta alle spalle del paese. Queste pietre enormi cadono sulla vallata minacciando le case e le vite delle persone. Nei vicini Osini e Gairo c’erano state frane che avevano imposto grandi ricostruzioni. Il paese, perciò, vive da sempre una situazione di paura, una paura che talvolta si tramuta in una sorta di attrazione, un pericolo da affrontare, proprio come succede a Napoli, dove le persone ancora costruiscono ville sulle pendici del Vesuvio.
Una leggenda era stata raccontata a tutti i bambini di Ulassai, da diverse generazioni, e anche a me. Vi scoprii una metafora che poteva diventare simbolo del mondo contemporaneo:
«Una bambina viene mandata sulla montagna a portare del pane ai pastori.
Giunta sul luogo, sente il brontolio del tuono: sta per scoppiare un temporale.
La bambina si rifugia, allora, in una grande grotta e proprio qui trova tutte le greggi e i pastori che si riparano, aspettando la fine della bufera. Allimprovviso, fuori dal rifugio, si vede svolazzare un nastro celeste portato dal vento. I pastori lo notano, ma non gli danno importanza, lo giudicano una frivolezza. Ma la bambina, capace di stupore, non mette freno al suo istinto, corre dietro al nastro, incurante nella pioggia. In quel momento la grotta frana e inghiotte dentro di se greggi e pastori. »

Estratto dell'ebook:
Maria Lai, un filo d'arte per tutti
Autore: Viviana PorruEdizione digitale © 2014
Edizioni
Logus mondi interattivi

© Tutti i diritti riservati.
Vietata la riproduzione, anche parziale.
ISBN: 9788898062546
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